Un borgo medievale sulle colline intorno a Pesaro, intatto nel suo antico fascino, rischiarato soltanto dalla luce calda e rassicurante delle candele. Migliaia e migliaia di fiammelle di cera, posizionate in ogni angolo del paese, nelle stradine, sulle finestre, sugli alberi, sulle mura castellane, a brillare nel buio della sera riflettendosi negli occhi della gente. È lo spettacolo che avviene ogni anno in occasione di “Candele a Candelara”, il primo mercatino di Natale italiano dedicato alle candele. Una festa dall’atmosfera unica e suggestiva, che si svolge per tre fine settimana tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre.
Candelara è una tranquilla e pittoresca frazione di Pesaro. Sorge pochi chilometri all’interno rispetto alla città, circondata da piccole valli e boschi di querce, in una zona in cui montagne e colline degradano parallele verso l’Adriatico. L’etimologia del nome è certamente latina e potrebbe derivare – secondo quanto suggerito dallo storico Luigi Nichelini Tocci nel libro “Castelli pesaresi sulla riva destra del Foglia” (Cassa di Risparmio di Pesaro, 1973) – dall’espressione “festum candelarum”, con riferimento a un rito giunto al Cristianesimo dall’antichità. Lo stemma di Candelara rappresenta tre colline sormontate da altrettante candele e si ispira alla leggenda secondo cui tre candele furono accese per individuare il luogo meno ventoso dove costruire il paese, indicato dalla candela che non si fosse spenta.
“Candele a Candelara” è allestito con circa settanta casette in legno, che ben si armonizzano con l’ambiente del borgo. Gli espositori, provenienti dalle Marche e da altre regioni, propongono al pubblico, come in ogni mercatino che si rispetti, articoli da regalo e addobbi natalizi, oggetti d’artigianato e prodotti tipici. A dominare sono naturalmente le candele di ogni foggia e dimensione, lavorate nei modi più impensabili e arricchite con le più varie profumazioni e colorazioni. Alcuni artigiani danno dimostrazione dal vivo della preparazione delle candele, utilizzando rigorosamente la cera d’api, proprio come avveniva nel Medioevo. In vendita si possono trovare, inoltre, prodotti natalizi realizzati in legno, carta, fimo e stoffa.
Una passatoia di moquette rossa guida il cammino del visitatore per le vie del borgo. Il percorso è interrotto qui e là da spettacoli e animazioni: artisti di strada, trampolieri, giocolieri, acrobati. Le luminarie danno un tocco di allegria in più. Presenze fisse sono la banda dei Babbi Natale formata da decine di elementi e i musicisti armati di zampogne e pive. Completano il programma i canti natalizi del Coro Polifonico Jubilate.
Il momento cruciale di ogni giornata è quando, dopo il tramonto, con il buio ormai calato, la luce artificiale viene spenta, per lasciare spazio alle migliaia di candele accese. Sono due gli spegnimenti programmati dell’illuminazione pubblica, ognuno di 15 minuti: il primo alle 17.30, il secondo alle 19. Sono gli attimi più emozionanti per i visitatori, che possono assistere a spettacoli pirotecnici o a lanci di palloncini colorati e lanterne volanti. Nel buio spiccano anche le sculture in ferro battuto disposte lungo la via principale: silhouettes ornate da centinaia di candeline, che disegnano i protagonisti del Presepe.
All’ingresso del borgo è collocata la Corona dell’Avvento, formata da quattro candele giganti, che rappresentano ognuna un tema diverso. Sono i temi dell’Avvento, legati alle domeniche che precedono il Natale, come da tradizione dei Paesi del Nord Europa, fatta propria dalla Chiesa cattolica: la “candela del Profeta”, la “candela di Betlemme”, la “candela dei Pastori” e la “candela degli Angeli”.
Nella Sala del Capitano, all’ingresso del castello, c’è la Bottega degli Elfi con i suoi laboratori creativi, dove i bambini possono lavorare con diversi materiali (cera, creta, carta, legno) e realizzare addobbi e figure legate al Natale. Nel Giardino di Natale, all’interno del parco del castello, sono tante le attività proposte dall’associazione Teatro dei Bottoni: dal teatrino delle filastrocche al mistero dello specchio di ghiaccio, fino all’Albero dei desideri, che al calar della sera viene illuminato da tante piccole candele per esprimere i sogni dei bambini.
Presente anche una grande struttura riscaldata, dove assaggiare i piatti della tradizione locale: polenta con i funghi, cannelloni, ravioli con funghi e salsiccia, pasticciata ed erbe cotte, carne alla brace, piadina, olive fritte, frittelle di mele, caldarroste e vino novello a volontà.
Con un trenino è possibile effettuare un mini percorso di visite guidate, con partenza da via Bellavista e prima tappa alla suggestiva Pieve di Santo Stefano del XII secolo. Si prosegue con la visita alla Villa Berloni del Cinquecento e infine al Museo PAC dell’arte tessile e del ricamo, dove i visitatori possono riscoprire l’antica tradizione della lavorazione di tessuti con telai dei primi del Novecento. Conclusione del percorso all’ingresso della festa. Nei giorni dell’evento è disponibile anche un servizio di bus navetta gratuito dal centro di Pesaro a Candelara e ritorno.
Fonti consultate: Pro Loco di Candelara, Comune di Pesaro, Provincia di Pesaro e Urbino, Lavoro per viaggiare.
Foto: © Silvano Spadoni.
© Riproduzione riservata