Per le festività di fine anno la casa si veste di luci e di addobbi colorati, ma anche le piante ornamentali possono fare la loro parte nel creare un’atmosfera gioiosa. Immancabili, tra le varietà tipiche del periodo, sono il vischio, l’agrifoglio e il pungitopo. I loro rami recisi risaltano in ogni angolo, inseriti in composizioni, ghirlande o centrotavola. Essendo ampiamente disponibili nel mese di dicembre, sono le più diffuse e sfruttate per decorare gli ambienti domestici. Considerate augurali, hanno significati simbolici legati a leggende popolari di varie tradizioni. Ma quali sono le differenze tra queste tre piante legate all’iconografia del Natale, che a qualcuno potrebbero apparire indistinguibili?
Vischio

Foto di Hans da Pixabay.
Il vischio (nome scientifico Viscum album) è una pianta cespugliosa appartenente alla famiglia delle Viscaceae. Poiché cresce sul tronco e sulla chioma di altri alberi, dal cui legno assorbe acqua e sali nutritizi, questa varietà sempreverde è detta epifita o semiparassita. Comune in Europa, Asia e Africa boreale, il vischio si caratterizza per un cespuglio ramoso e irregolare e foglie verdi e allungate che crescono in coppie opposte sui rami. Dai suoi fiori, bianchi o verdi, in autunno originano bacche bianche o giallastre traslucide, che di notte sembrano brillare al buio, motivo per cui il vischio è noto anche come “pianta della luna”.
Al vischio sono riconducibili antiche leggende e usanze. Per le popolazioni celtiche era considerato pianta sacra e dono degli dei; secondo una leggenda nordica teneva lontane disgrazie e malattie. In molti paesi continua a essere considerato simbolo di buon augurio durante il periodo natalizio. La tradizione più diffusa è quella, originaria dei paesi scandinavi, di scambiarsi un bacio sotto un rametto di vischio appeso alla porta, per salutare l’arrivo del nuovo anno e come auspicio di fortuna e prosperità per gli innamorati. Tale simbologia è legata alle tradizioni delle popolazioni del Nord Europa, in particolare della cultura vichinga.
Il riferimento è al mito di Baldr, figlio del dio Odino e signore della luce, che fu ucciso a causa di un inganno del dio del disordine Loki, per mezzo di un dardo di vischio. Freya, dea dell’amore e madre di Baldr, sopraffatta dal dolore per la morte del figlio, cominciò a piangere sul suo corpo e le sue lacrime, a contatto con il vischio, ridiedero la vita a Balder. Come segno tangibile della sua profonda gioia, la dea decise di offrire la sua protezione a chiunque si baciasse sotto il vischio, che divenne simbolo della vita e dell’amore che vince la morte.
Agrifoglio

Foto di Goran Horvat da Pixabay.
L’agrifoglio (Ilex aquifolium), noto anche con i nomi di alloro spinoso e pungitopo maggiore, è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Aquifoliaceae. Diffuso in gran parte d’Europa e in buona parte d’Italia, può raggiungere anche i dieci metri di altezza. Le sue foglie presentano un verde scuro lucente con bordi bianco-crema, un profilo acuminato e margini spinosi, soprattutto quelle che crescono più in basso. Le sue tipiche bacche rosse sono raccolte in grappoli. In Italia cresce spontaneo nei boschi di montagna ed è coltivato per essere commercializzato come pianta augurale durante le feste.
Anche l’agrifoglio fin dai tempi antichi è stato considerato simbolo di buon auspicio e utilizzato per proteggere dai demoni, prima dalla cultura pagana e poi dalla tradizione popolare cristiana. Nella tradizione germanica della festa di Yule, la battaglia tra la quercia estiva e l’agrifoglio invernale, che tende a raggiungere il massimo splendore a ridosso del solstizio d’inverno, simboleggiava la transizione dai mesi caldi a quelli freddi. Le bacche rosse rappresentavano, invece, la fertilità durante la profonda oscurità invernale e una promessa di ritorno di luce e calore. Il cristianesimo, nell’ereditare le usanze pagane, associò alle foglie appuntite dell’agrifoglio e alle sue bacche rosse la corona di spine e il sangue di Gesù.
Pungitopo

Foto di Jean-Marie Hullot, licenza CC BY 3.0, da Wikimedia Commons.
Il pungitopo (Ruscus aculeatus) è una pianta perenne legnosa, appartenente alla famiglia delle Ruscaceae. Tipico delle aree dagli inverni non troppo rigidi, e quindi comune in tutto il bacino del Mediterraneo, si caratterizza per la natura cespugliosa, nonché per l’altezza solitamente contenuta (tra i 30 e gli 80 centimetri). Dai suoi cladodi, fusti che hanno assunto l’aspetto di foglie pungenti all’apice, originano, in primavera, i fiori che danno luogo a propria volta, in autunno-inverno, a vistose e lucenti bacche rosse.
Il suo nome deriva dall’usanza di utilizzare i ramoscelli tagliati della pianta per proteggere, grazie alla foglie appuntite, le derrate alimentari dai topi. Oggi è comune offrire una piantina di pungitopo come dono di Natale, per il significato benaugurale delle bacche rosse, considerate fin dall’antichità simbolo di ricchezza e fortuna, mentre la pianta stessa, in quanto sempreverde, rappresenta la sopravvivenza e la vita.
Dove trovarli
Che vogliate tenerli in casa come classiche decorazioni, per la loro capacità di portare in qualsiasi contesto allegria e colore (dal verde del fogliame al rosso o bianco delle bacche), oppure come simboli propizi per l’anno nuovo, vischio, agrifoglio e pungitopo sono elementi naturali che non possono mancare nel periodo natalizio. Tuttavia, come nel caso degli alberi di Natale veri, è fortemente sconsigliato raccoglierli nel bosco più vicino, con il rischio di infrangere precisi divieti a livello locale, preferendo l’acquisto presso vivai specializzati o fioristi, gli unici in grado di garantire la certificazione di provenienza.
Fonti consultate: Greenstyle, Artigianato in Fiera, Pollicegreen, Wikipedia.
Immagine di copertina: foto di Alexandra_Koch da Pixabay, Anrita da Pixabay, Amanda Slater da Flickr.
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