È possibile unire cattivo gusto e Natale? Certamente sì, se ci si presenta a una festa in ufficio o in famiglia con indosso un brutto maglione natalizio. Che su di essi campeggino enormi pupazzi di neve, renne dal naso rosso o faccioni di Babbo Natale, che siano dotati di appariscenti pompon o applicazioni in feltro, è difficile trovare maglioni natalizi che facciano ben figurare chi li porta.
Eppure, nonostante il loro aspetto discutibile, i maglioni a tema natalizio negli ultimi anni sono diventati per molti un capo irrinunciabile, da sfoggiare con orgoglio e non senza una buona dose di autoironia. Quello che un tempo era un regalo poco gradito, spesso proveniente da un parente anziano ben intenzionato, o un dono scherzoso da parte di amici burloni si è trasformato in un must have delle festività. Ma come è avvenuta questa metamorfosi?
Le origini scandinave dei maglioni di lana
I primi maglioni della storia risalgono alla fine dell’Ottocento, quando comparvero indosso ai pescatori scandinavi. Erano realizzati in maglia di lana in due o più colori e caratterizzati da fasce con motivi geometrici, che identificavano i membri delle diverse comunità. Dalle coste della Scandinavia i maglioni arrivarono alla borghesia di città, apprezzati per attività all’aperto come escursionismo e sci, grazie alla loro capacità di trattenere il calore.
L’umile maglione da pescatore si elevò così a simbolo di lusso, poiché i facoltosi viaggiatori che attraversavano l’Europa per praticare sport invernali iniziarono a farsi fotografare mentre lo indossavano. Star di Hollywood come Clark Gable, Gary Cooper e Ingrid Bergman contribuirono alla sua diffusione tra la gente comune, che, per imitare lo stile di vita delle celebrità che ammirava, a sua volta realizzava ai ferri i propri maglioni alla moda.
L’avvento del maglione di Natale
Il pullover di lana con specifico tema natalizio fece la sua comparsa negli anni ’50 del Novecento, in concomitanza con la crescente commercializzazione del Natale. Inizialmente chiamato “jingle bell sweater”, oggi nei paesi anglosassoni è più comunemente noto come “Christmas sweater” o “Christmas jumper”.
All’inizio i maglioni natalizi non riscossero un grande successo commerciale. Avevano un design meno appariscente rispetto a quelli attuali ed erano caratterizzati dai tradizionali colori festivi come rosso, bianco e verde. Nella trama erano presenti disegni ispirati ai motivi geometrici dell’Ottocento, ma reinterpretati con elementi natalizi come fiocchi di neve, renne, alberi di Natale, bastoncini di zucchero e così via.
L’evoluzione del maglione di Natale tra gli anni ’80 e 2000
Negli anni ’80 i colori si fecero più decisi e le fantasie più audaci, come testimoniato dai sgargianti maglioni di lana indossati nel telefilm “I Robinson” da Bill Cosby, del quale divennero un marchio distintivo. Anche Chevy Chase, nel film “Un Natale esplosivo” del 1989, anticipò la tendenza dei cosiddetti “maglioni brutti”, rendendoli un’espressione di allegria sgradevole, ma al contempo accattivante. Sebbene non fossero ancora considerati alla moda, rappresentavano un modo per aggiungere un tocco giocoso al periodo delle feste.
Con l’arrivo degli anni ’90, tuttavia, i maglioni natalizi persero la relativa popolarità che avevano conquistato, quando iniziarono ad essere arricchiti con improbabili ornamenti a tema, sempre più grandi e sempre più vistosi. Roba da far desistere dall’indossarli persino i più coraggiosi e che solo i familiari più attempati e fuori moda avrebbero considerato di mettere o regalare.
All’inizio del nuovo millennio, il capo era ampiamente considerato un incidente sartoriale capace di far alzare le sopracciglia. Un esempio emblematico è la famosa scena del film “Il diario di Bridget Jones” del 2001, in cui Colin Firth si presenta a una festa di Capodanno in casa di amici sfoggiando un imbarazzante dolcevita con una gigantesca renna dal naso rosso sul davanti, che lascia perplessa la stessa Bridget.
L’esplosione della moda dei maglioni brutti
Fu negli anni immediatamente successivi che avvenne il cambio di prospettiva, con la rapida diffusione delle feste a tema maglioni brutti, prima in Canada e poi negli Stati Uniti. Il maglione natalizio iniziò a essere portato con un atteggiamento ironico e le persone cominciarono a vederne il lato divertente.
I golf che per lungo tempo erano stati tenuti nascosti in fondo all’armadio potevano finalmente essere tirati fuori. Fu così che partecipare a un ugly Christmas sweater party divenne di tendenza e la popolarità del maglione brutto crebbe in modo esponenziale, tanto da dedicargli una giornata ufficiale, il National Ugly Christmas Sweater Day, in coincidenza con il terzo venerdì di dicembre.
I grandi marchi del fast fashion, fiutato l’affare, iniziarono a riempire ogni anno i loro negozi fisici e online con maglioni dai design appariscenti. Dopo qualche anno anche famosi stilisti e case di moda come Stella McCartney, Givenchy e Dolce & Gabbana seguirono il loro esempio.
Nel 2012 ci fu l’ulteriore svolta per la mania dei maglioni brutti: l’organizzazione benefica Save the Children lanciò nel Regno Unito il Christmas Jumper Day, un evento annuale di raccolta fondi che incoraggia le persone a indossare i modelli più orrendi al lavoro, a scuola o con gli amici e a fare una donazione per contribuire a dare un futuro migliore ai bambini meno fortunati.
Il trionfo kitsch del maglione di Natale
Con il passare del tempo, i maglioni hanno iniziato a mostrare sempre più orpelli, scritte di auguri e dettagli stravaganti, raggiungendo il picco del kitsch. Negli ultimi anni i pullover di Natale vengono addobbati con lucine intermittenti, contengono clip audio con musichette natalizie e possono essere collegati agli smartphone. Spesso sono eccessivamente ampi, ma conservano un retrogusto comico che li rende imprescindibili.
Si può dire che i maglioni di Natale brutti siano democratici, perché possono essere portati da persone di tutte le età e nelle occasioni più varie, dalle feste aziendali natalizie alle riunioni di famiglia. E sono anche molto divertenti. Il periodo natalizio a volte può essere piuttosto stressante, perciò indossare qualcosa di ridicolo, e ridere di se stessi per questo, è un modo leggero per alleviare l’ansia da festività.
Fonti consultate: Time, CNN, The Costume Society.
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