Corona dell’Avvento: le candele che illuminano l’attesa

corona dell'avvento

Come è nata la tradizione di realizzare una ghirlanda con quattro candele da accendere nelle domeniche di Avvento che precedono il Natale

Tempo di lettura: 4 minuti

Una profumata ghirlanda fatta con rami di sempreverdi, che abbraccia quattro candele colorate, con vari elementi decorativi ad arricchirla. È la tradizionale composizione che adorna nel mese di dicembre le case e le chiese dei cristiani: la corona dell’Avvento. Questa usanza natalizia è nata in Germania nel XIX secolo e prevede l’accensione delle candele, una dopo l’altra, ogni domenica del periodo di Avvento: un tempo di attesa che nella liturgia cristiana prepara alla venuta del Signore e che secondo il rito romano ha inizio la quarta domenica che precede Natale (tra il 27 novembre e il 3 dicembre).

A inaugurare la tradizione della corona dell’Avvento fu il teologo evangelico Johann Hinrich Wichern (1808-1881), filantropo nella Germania settentrionale protestante e fondatore nel 1833 della Rauhe-Haus di Amburgo, una comunità di tipo familiare nel sobborgo di Horn, destinata all’accoglienza di bambini orfani e abbandonati. Per ingannare l’attesa del Natale dei piccoli ospiti della struttura, impazienti che arrivasse in fretta il grande evento, Wichern decise di costruire loro uno strumento che indicasse chiaramente i giorni mancanti al 25 dicembre, aiutandoli anche nell’apprendimento dei numeri.

La prima domenica di Avvento del 1839 al soffitto della sala di preghiera della Rauhen Haus fu appesa una ruota di carro con sopra posizionate quattro grandi candele bianche e diciannove piccole candele rosse. Da quel giorno fino alla vigilia di Natale, ogni sera sarebbe stata accesa una candela. I ceri grandi bianchi erano per le domeniche di Avvento, quelli piccoli rossi per i giorni lavorativi. Le candele non ancora accese avrebbero rappresentato il numero di giorni che mancavano a Natale. Questa versione originale della corona dell’Avvento ideata da Johann Hinrich Wichern viene chiamata “Wichernkranz”.

Il grande candelabro venne riproposto negli anni a seguire. Il numero di candele rosse da accendere nell’avvicinarsi al Natale era diverso di anno in anno. Poteva variare tra diciotto e ventiquattro, perché la prima domenica di Avvento cade ogni anno in una data differente e di conseguenza cambia la durata del periodo di Avvento. A partire dal 1860 per la realizzazione della corona si iniziò a utilizzare rami di abete intrecciati.

Nel 1925 a Colonia fu appesa per la prima volta una corona dell’Avvento in una chiesa cattolica. A Monaco comparve nel 1930. La sua diffusione nelle chiese e nelle famiglie cattoliche continuò in tutto il mondo fino al secondo dopoguerra. Con il tempo la tradizionale Wichernkranz, utilizzata ancora oggi dalla Chiesa evangelica in Germania, è stata semplificata nella “Adventskranz”, una corona dell’Avvento di dimensioni più ridotte e con le sole quattro candele delle domeniche di Avvento, più pratica da utilizzare in casa.

Pur essendosi sviluppata in ambienti protestanti, la tradizione della corona dell’Avvento ha attecchito anche in ambito cattolico per la semplicità dei suoi simboli e la profondità dei significati. Ognuna delle quattro candele rimanda al tema della domenica che si celebra e al dono a essa connesso. La prima candela è detta la “candela del profeta” ed è segnata dalla parola “speranza“; la seconda è la “candela di Betlemme” e rappresenta la “pace“; la terza è la “candela dei pastori” e simboleggia la “salvezza“; la quarta è detta la “candela degli angeli” e rimanda alla “contemplazione“.

Esistono vari simbolismi riferiti alla corona dell’Avvento. Se ci atteniamo all’idea originaria di Wichern, l’aumento progressivo della luce rappresenta la crescente attesa per la venuta di Gesù Cristo, che nella fede cristiana è chiamato “luce del mondo”. Esistono altre tradizioni legate alla luce durante il periodo di Avvento, come le candele sull’albero di Natale o i riti della luce nella festa di Santa Lucia. Il cerchio della ghirlanda rappresenta il sole, la terra o Dio. La corona è simbolo di eternità e unità, ma anche di regalità e vittoria, quella appunto di Gesù, il re, che con la sua luce vince le tenebre. I rami verdi sono segno di speranza di vita.

La corona dell’Avvento di otto metri di diametro presente nella città tedesca di Kaufbeuren è pubblicizzata come la “corona dell’Avvento più grande del mondo”. È composta da veri rami di abete bianco ed è dotata di candele di cera alte quasi 2 metri. Rimane intorno alla Fontana di Nettuno dal primo giorno di Avvento fino all’Epifania. Quella sopra la fontana nella piazza principale di Mariazeller, in Austria, è definita la “corona dell’Avvento sospesa più grande del mondo”. Ha un diametro di dodici metri e pesa sei tonnellate. Basata sulla corona dell’Avvento originale di Wichern, è munita di ventiquattro luci, quattro per le domeniche e venti per i giorni lavorativi.

Nel rito romano della Chiesa Cattolica è comune decorare la corona dell’Avvento con tre candele viola e una candela rosa. La candela rosa viene accesa la terza domenica di Avvento. Il simbolismo si basa sul colore liturgico dei paramenti: quello del tempo di Avvento è il viola, ma per la terza domenica di Avvento è possibile l’utilizzo di paramenti di colore rosa, dato dal viola attraverso cui risplende il bianco della luce.

Nell’Irlanda cattolica, dove le corone dell’Avvento sono usate solo nelle chiese, c’è un’altra candela bianca, oltre alle tre candele viola e una rosa. Questa quinta candela viene posta al centro della corona dell’Avvento e accesa la vigilia di Natale. Le singole candele sono anche associate a nomi che in precedenza corrispondevano alla liturgia della rispettiva domenica di Avvento: Isaia, Giovanni Battista, Giuseppe e Maria.

Nel rito ambrosiano si usano sei candele, invece delle quattro comuni nel rito romano, per cui il periodo di Avvento comprende altrettante settimane. Nelle chiese di rito ambrosiano (provincia ecclesiastica di Milano e alcune parrocchie della diocesi di Lugano), la corona dell’Avvento viene sempre deposta sull’altare o nelle immediate vicinanze durante le messe, con l’accensione rituale dei ceri corrispondenti.

Fonti consultate: Wikipedia, Das Rauhe Haus, Norddeutscher Rundfunk, Monache dell’Adorazione EucaristicaCome nei sogni.

Foto: CC0 Dominio pubblico da PxHere.

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