Arriva Santa Lucia, l’alternativa a Babbo Natale

processione santa lucia

In alcune province del nord Italia resiste l’usanza dei doni di Santa Lucia, che passa dalle case dei bimbi buoni la notte del 13 dicembre

Tempo di lettura: 3 minuti

Nel mondo non è soltanto Babbo Natale a essere specializzato nella consegna dei regali ai bambini che si sono comportati bene durante l’anno. Ci sono posti in cui a recapitare i doni, in una notte particolarmente speciale e attesa, è Santa Lucia, figura religiosa festeggiata il 13 dicembre. Viaggiando in groppa al suo asinello, con al traino un carretto carico di giocattoli e dolciumi, la santa fa visita alle case dei bimbi buoni. Succede in alcune province del nord Italia tra la Lombardia, il Veneto, il Trentino-Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna. Qui la tradizione dei doni di Santa Lucia ha una lunga storia, collegabile ad alcune usanze popolari contadine praticate dal XIII secolo in poi.

Un tempo il 13 dicembre, data del martirio di Santa Lucia, coincideva con il solstizio d’inverno, ovvero il giorno più corto dell’anno (non per niente il detto recita ancora “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”), ma anche quello che segna l’arrivo della stagione con maggiore luce. Questo fino al 1581, poiché l’anno seguente papa Gregorio XIII, istituendo il calendario Gregoriano, decise di eliminare i giorni dal 5 al 14 ottobre, facendo slittare il solstizio all’attuale data. Il salto in avanti di dieci giorni si rendeva necessario per compensare lo sfasamento tra l’anno solare e il calendario Giuliano (introdotto da Giulio Cesare), che fino ad allora aveva causato la perdita di un giorno ogni 128 anni.

Proprio in coincidenza con il solstizio d’inverno, nelle campagne era diffusa una virtuosa usanza solidale: i contadini che avevano ottenuto un raccolto abbondante ne offrivano una parte a quelli che erano stati meno fortunati. L’antica ospitalità, inoltre, impegnava ad accogliere i pellegrini che cercavano riparo dal freddo e questi ultimi, prima di ripartire, ricambiavano lasciando un dono sulla porta della casa che li aveva accolti. Con il trascorrere del tempo la consuetudine di fare regali in occasione del 13 dicembre si consolidò.



L’attesa dell’arrivo di Santa Lucia nella notte del 13 dicembre è caratterizzata da un’atmosfera magica. All’inizio del mese i bambini si dedicano a scrivere una letterina, elencando i regali che vorrebbero ricevere e dichiarando di meritarseli, per essere stati bravi e ubbidienti durante l’anno. Nelle sere precedenti la festa, per accrescere l’attesa dei bambini, i ragazzi più grandi o gli adulti, senza farsi vedere, sono soliti suonare campanelli per le vie delle città e fuori dalle finestre, simulando così che la santa stia girando sul suo asinello, per controllare la buona condotta dei più piccoli.

La sera del 12 dicembre in ogni casa si preparano un piatto con biscotti e arance e un bicchiere di vin santo da lasciare a Santa Lucia, del fieno o delle carote per l’asinello che trasporta i doni. Andare a letto presto è d’obbligo, perché chi è sveglio e per caso riesce a vedere la santa riceverà una manciata di cenere negli occhi. La mattina del 13 dicembre, al loro risveglio, i bambini scopriranno che nel piatto lasciato la sera prima non c’è più il cibo destinato a Santa Lucia, ma caramelle e cioccolata. Ma soprattutto troveranno i doni che avevano richiesto, spesso nascosti in vari angoli della casa.

Santa Lucia è particolarmente venerata nei Paesi Scandinavi. La sua celebrazione raggiunge l’apice in Svezia, dove in ogni città si svolge una processione di fanciulle con un lungo abito bianco, una fascia rossa in vita e una candela in mano. Sfilano accompagnando un’altra ragazza vestita allo stesso modo, che rappresenta Santa Lucia, con una corona fatta di foglie e sette candele sul capo. Posizionata in testa al corteo di ancelle, distribuisce alla folla biscotti allo zenzero (pepparkakor) e focaccine allo zafferano e all’uvetta (lussekatter). Secondo la leggenda, infatti, la santa martire offriva cibo e aiuti ai cristiani perseguitati che si nascondevano nelle catacombe di Siracusa, sua città natale, portando in testa una corona di candele per farsi luce nel buio e avere le mani libere per le vettovaglie.

Dal 1970 a Siracusa, in occasione della festa patronale in onore di Santa Lucia, si svolge la “Settimana svedese“, una sorta di gemellaggio fra la città siciliana e la nazione scandinava. Durante la manifestazione vengono organizzati dibattiti, tavole rotonde e mostre su un tema, ogni anno diverso, legato alla cultura svedese: dal cinema al teatro, dalla letteratura all’urbanistica. Per molti anni, inoltre, la Santa Lucia di Svezia, eletta attraverso un sondaggio e incoronata dal vincitore del premio Nobel per la letteratura, giungeva a Siracusa per partecipare alla sentita processione del 13 dicembre. Questa trova il suo culmine quando la statua della santa patrona arriva al Porto Grande, dove marinai e militari la salutano facendo risuonare le sirene delle navi.

Fonti consultate: Wikipedia, Pianura da scoprire, Siracusaweb.

Foto: Foreign and Commonwealth Office da Flickr.

© Riproduzione riservata

Offrimi una cioccolata

Ti piace questo blog e vorresti sostenerlo? Clicca sull’immagine in basso per contribuire con una tazza di cioccolata calda alle spese di hosting e mantenimento del sito. Grazie fin d’ora.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.