È il nemico più acerrimo del Natale, ma nessuno ne conosce la ragione. Tra i suoi vicini Non-so-chi, gli abitanti di Chi-non-so, si dice che il motivo risieda nel suo “cuore di due taglie troppo stretto”. C’è di certo che odia le feste e i rumorosi schiamazzi che ne conseguono, compresi i canti natalizi. Misantropo e irascibile, vive isolato dal mondo in una caverna su una montagna. Ha il corpo peloso e a forma di pera, il naso camuso e la faccia da gatto. È il Grinch, il protagonista del libro per bambini “How the Grinch stole Christmas!” (Come il Grinch rubò il natale), scritto e illustrato dal Dr. Seuss, pubblicato nel 1957 sulla rivista Redbook e in volume dalla casa editrice Random House. Una storia che ha molto di autobiografico.
Chiuso nella sua grotta in cima al monte, il Grinch è giunto al limite della sopportazione e decide di fermare il Natale una volta per tutte. Aiutato dal suo cane Max, si traveste da Babbo Natale e, durante la notte della Vigilia, irrompe nelle case dei Non-so-chi per sottrarre ogni simbolo natalizio: decorazioni, cibo e regali. Ma quale non è la sua sorpresa, la mattina successiva, nel sentire i Non-so-chi cantare allegramente, felici semplicemente di stare insieme. Realizza, così, che il Natale ha un significato più profondo che non ha mai considerato. Come risultato di questa nuova consapevolezza, il suo cuore d’improvviso cresce di tre taglie. Restituito il maltolto, il Grinch partecipa con gioia ai festeggiamenti del Natale a Chi-non-so.
Sia per lo spirito anti-natalizio del personaggio che per la redenzione finale della mattina di Natale, viene spontaneo il paragone tra il Grinch del Dr. Seuss (vero nome Theodor Seuss Geisel) ed Ebenezer Scrooge, il protagonista del romanzo di Charles Dickens del 1843 “Canto di Natale”. Ma lo scrittore e illustratore di oltre sessanta libri tra i più amati dai bambini non ha dovuto cercare così lontano l’ispirazione. Come raccontato in un’intervista a Redbook dello stesso 1957, Seuss ebbe un’illuminazione la mattina del precedente 26 dicembre. Intento a lavarsi i denti di fronte allo specchio, notò nel suo volto un “aspetto molto da Grinch”. Qualcosa era andato storto con il Natale o più probabilmente con se stesso. Quel momento fu da stimolo a scrivere la storia del Grinch, per provare a riscoprire il vero spirito del Natale, che evidentemente aveva perso.
Dr. Seuss ha spiegato anche come “How the Grinch stole Christmas!” è stato per lui il libro più facile da scrivere. Ci vollero poche settimane per completarlo, a parte qualche grattacapo con il finale, per il timore che fosse troppo retorico. Fu buttato giù quasi di getto, per sfogare tutte le proprie frustrazioni contro la commercializzazione del Natale. A togliere ogni dubbio sul fatto che il Grinch sia un alter ego dell’autore è l’inizio della storia, quando il personaggio si lamenta per aver sopportato le celebrazioni chiassose dei Non-so-chi per i precedenti 53 anni, che corrispondono esattamente all’età di Dr. Seuss quando scrisse il libro.

Il Dr. Seuss al lavoro su un disegno del Grinch. © World Telegram & Sun / Al Ravenna
Nove anni dopo l’arrivo sugli scaffali delle librerie del racconto del Grinch, il regista di cartoni animati Chuck Jones lo adattò per il famoso speciale televisivo della CBS del dicembre 1966. Non fu facile portare la storia del Dr. Seuss sul piccolo schermo, poiché Geisel era notoriamente anti-hollywoodiano e riluttante a vendere i diritti del suo libro. Jones, avendo lavorato a stretto contatto con Geisel al dipartimento di animazione per la prima unità cinematografica dell’esercito degli Stati Uniti, durante la seconda guerra mondiale, alla fine riuscì a convincere l’ex collega a fargli un favore personale.
Nel vedere i disegni per lo speciale animato, Dr. Seuss notò la somiglianza delle fattezze del Grinch con quelle del regista, in una sovrapposizione di ispirazioni autoreferenziali. Fu lo stesso Jones a scegliere, per la rappresentazione del personaggio destinata al piccolo schermo, la sua iconica colorazione verde, poiché le illustrazioni nella pubblicazione originale del libro di Geisel erano quasi completamente in bianco e nero. Tuttavia, la scelta non aveva a che fare in alcun modo con l’aspetto del Grinch o con i classici colori natalizi. Jones prese spunto da una divertente serie di coincidenze, per le quali gli capitava di noleggiare automobili sempre di quella particolare tonalità di verde.
A dare la voce al Grinch e a fare da narratore fu chiamato il settantanovenne Boris Karloff, con tanto di iniziali proteste del Dr. Seuss, preoccupato che risultasse troppo spaventoso per il suo passato da attore horror. Geisel compose i testi di tutte le canzoni che fungono da riempitivo per le scene non presenti nel libro, compresa la famosa “You’re a mean one, Mr. Grinch”, che non fu registrata da Karloff, ma dall’attore e cantante Thurl Ravenscroft, per errore non accreditato nei titoli di coda.
Nel 1977 Seuss rispose alla richiesta dei fan di avere altre storie sul Grinch, scrivendo “Halloween is Grinch night”, uno speciale televisivo animato di Halloween per bambini che costituiva il prequel di quello del 1966. Nel 1982 uscì anche “The Grinch grinches the Cat in the Hat”, con il Dr. Seuss come produttore sotto il suo vero nome Ted Geisel, che aveva come co-protagonista il gatto col cappello, personaggio di un altro libro di grande successo, pubblicato anch’esso nel 1957.
Fonti consultate: Biography, Smithsonian Magazine, Neatorama.
Foto: Mykl Roventine da Flickr.
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