La notte di Natale del 1818 le note sommesse di una chitarra e due voci risuonarono nella chiesa di San Nicola a Oberndorf, vicino Salisburgo. I fedeli riuniti all’interno furono i primi ad ascoltare la melodia e i versi di “Stille Nacht! Heilige Nacht!”. Nessuno, però, neanche i suoi autori Joseph Mohr e Franz Xaver Gruber, poteva immaginare che quello sarebbe diventato uno dei canti natalizi più conosciuti ed eseguiti al mondo. Noto in Italia con il titolo “Astro del ciel” e interpretato da cantanti di ogni genere musicale nella sua versione inglese “Silent night”, da oltre 200 anni con le sue parole dà conforto e infonde speranza alle persone di ogni popolo e religione. Per conoscere la storia della sua nascita, dobbiamo tornare agli inizi del XIX secolo.
“Stille Nacht! Heilige Nacht!” venne composto in un’epoca in cui tutta l’Europa era flagellata da guerre, sovvertimenti politici e crisi economiche. Con le sue campagne militari, Napoleone aveva saccheggiato, incendiato e ridotto all’impotenza intere regioni. Anche le popolazioni del principato vescovile di Salisburgo, della monarchia asburgica e della Baviera non furono risparmiate. A ciò si aggiunse nel 1816 una catastrofe naturale di dimensioni mai viste: “l’anno senza estate”. L’eruzione del vulcano Tambora, avvenuta nell’aprile 1815 sull’isola di Sumbawa, in Indonesia, provocò l’anno seguente un drammatico cambiamento climatico sull’Europa continentale. Le temperature calarono e i raccolti marcirono sotto piogge incessanti e nevicate estive. Fu proprio nel 1816, tra le montagne dell’Austria, che il sacerdote Joseph Mohr scrisse la sua poesia “Stille Nacht! Heilige Nacht!”. Due anni più tardi, poco prima di Natale, consegnò il testo al maestro di scuola Franz Xaver Gruber, che compose una melodia perfetta per quei versi.
Nel testo riecheggiano i valori che stavano a cuore a Mohr: solidarietà e fratellanza. Egli stesso, in quanto pastore di anime, era molto attento alle persone sofferenti per la povertà. La sua profonda fede religiosa traspare nelle righe del testo. “Holder Knabe im lockigen Haar, schlaf in himmlischer Ruh” (Grazioso bimbo dai capelli ricci, dormi in pace celeste): la poesia natalizia di Mohr inizia come una ninnananna per Gesù Bambino appena nato. Il giovane sacerdote conosceva le preoccupazioni del popolo e volle scrivere un testo di facile comprensione, in lingua tedesca, che potesse raggiungere e toccare gli animi. Il pensiero consolatorio della salvezza dalla miseria, attraverso la nascita di Gesù e l’amore di Dio per i popoli del mondo, permea il testo fino alla sesta strofa. Il suo messaggio di pace, cantato in più di trecento lingue e dialetti, va oltre i confini, le barriere linguistiche, le religioni e i secoli.
Joseph Mohr (1792-1848) fu parroco e guida spirituale che si distinse per la vicinanza alla gente e il grande impegno sociale. Per tutta la vita si dedicò ai poveri e ai bisognosi della società. Nel 1815 ricevette il suo primo incarico ufficiale come sacerdote ausiliario a Mariapfarr, nel Lungau, paese d’origine della sua famiglia paterna, dove si trova uno dei santuari mariani più famosi del Salisburghese. Secondo gli storici del canto “Stille Nacht”, dalla bella immagine sacra della Madonna adorata dai Magi Mohr potrebbe aver tratto ispirazione per la sua poesia natalizia. Il suo “pargol divin” (nel testo originale “holder Knabe im lockigen Haar” – “grazioso bambino dai capelli ricci”) sembra richiamare il Bambin Gesù dai riccioli biondi raffigurato nel dipinto. Tuttavia, il clima rigido del Lungau mal si adattava alla salute cagionevole di Mohr, che ben presto si ammalò e dovette essere trasferito in una zona del Salisburghese dal clima più mite.
Fu così che nell’agosto del 1817 Mohr divenne prete ausiliario a Oberndorf. Il suo parroco e superiore era molto infastidito dalle sue doti di giovane brillante e istruito e dalla popolarità che aveva presso la gente. Lo biasimava per il fatto che cantasse “canti spesso non edificanti” e che “scherzasse con persone dell’altro sesso”. Ma le autorità superiori di Salisburgo tennero in poco conto tali rimproveri, apprezzando dell’ausiliario l’abilità oratoria e la conoscenza teologica. A Oberndorf nacque l’amicizia di Mohr con un maestro di scuola del vicino paese di Arnsdorf, Franz Xaver Gruber (1787-1863), di cinque anni più vecchio di lui. Originario dell’Innviertel, in Alta Austria, Gruber era organista e direttore del coro nella chiesa di San Nicola.
Il giorno della vigilia di Natale del 1818 Mohr pregò l’amico Gruber di musicare quella sua poesia scritta a Mariapfarr nel 1816. La sera stessa, al termine della Messa di Natale, il canto “Stille Nacht! Heilige Nacht!” fu eseguito per la prima volta dai due amici, con l’accompagnamento di una chitarra suonata da Mohr. Per tanto tempo si ritenne che la scelta della chitarra fosse stata un’alternativa all’organo, che era in cattive condizioni. Ma è molto più probabile che Mohr avesse previsto sin dall’inizio la chitarra come strumento d’accompagnamento. Infatti il canto venne eseguito dopo la Santa Messa all’interno della chiesa, davanti al presepio. Dopo questa prima esecuzione, Gruber scrisse anche un arrangiamento per organo, ma non gli attribuì particolare importanza, definendolo una “semplice composizione”.
Già nel settembre 1819 Joseph Mohr lasciò Oberndorf, ma rimase legato per tutta la vita da una profonda amicizia a Franz Xaver Gruber. Contrariamente a Mohr, che morì prematuramente nel 1848, Gruber riuscì a godere i primi successi del loro canto natalizio in Germania. Grazie a un costruttore di organi, da Oberndorf “Stille Nacht” arrivò in Tirolo, nella valle Zillertal, e da qui partì alla conquista del mondo, quando le famiglie di cantori itineranti Strasser e Rainer inclusero il canto nel proprio repertorio, portandolo con i loro viaggi in Germania, nel resto d’Europa, in Russia e finanche negli Stati Uniti.
Oggi l’itinerario che segue le tracce di questo canto attraversa Salisburghese, Alta Austria e Tirolo. Musei amorevolmente allestiti, chiese e monumenti commemorativi ricordano tutti i luoghi di “Stille Nacht”, la storia della nascita e la diffusione del canto, nonché la vita e le opere dei due compositori. Nel Salisburghese esistono sette località legate a “Stille Nacht”. Sono i luoghi dove trascorsero una parte della loro esistenza i due uomini che riuscirono a influenzare per sempre l’atmosfera del Natale: Salisburgo, Arnsdorf, Mariapfarr, Oberndorf, Hintersee, Wagrain, Hallein. Tre, invece, sono le tappe in Alta Austria (Ried, Steyr e Hochburg-Ach) e altre tre in Tirolo (Fügen, Hippach e la zona del lago Achensee).
La versione italiana “Astro del ciel”, pubblicata per la prima volta nel 1937 dalle Edizioni Carrara di Bergamo, non è una traduzione letterale del testo tedesco. Si tratta di versi scritti ex novo sulla melodia di Gruber dal sacerdote bergamasco Angelo Meli (1901-1970).
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