Come scegliere e mantenere vivo un albero di Natale

albero di natale vero

Alcune importanti regole da seguire, se si decide di acquistate un vero albero di Natale, per assicurarne la sopravvivenza fin dopo le feste

Tempo di lettura: 3 minuti

In Italia è poco diffusa l’abitudine di acquistare un abete vero da utilizzare come albero di Natale. Da sempre si tende a preferire gli alberi artificiali, a differenza degli Stati Uniti, dove recarsi in un vivaio nei giorni che precedono Natale per la scelta dell’albero è un rito irrinunciabile. Mettere in casa un abete naturale, tuttavia, non è così sbagliato come può sembrare. In commercio si trovano cime di alberi tagliati in boschi destinati alla produzione di legna o abeti proveniente da apposite piantagioni. Dunque nessun reale danno viene arrecato alla natura. Diventa fondamentale, però, prendersi cura di queste piante, per impedire che muoiano mentre assolvono il loro compito decorativo. Ecco perché bisogna seguire alcune importanti regole per la salvaguardia degli alberi di Natale.

Innanzitutto sarebbe opportuno acquistare l’albero presso un vivaio, così da essere sicuri di utilizzare una pianta proveniente da regolare attività vivaistica e non da tagli illeciti. In Italia la coltivazione degli alberi di Natale si concentra soprattutto nelle zone montane e collinari di Toscana e Veneto, dove si utilizzano terreni marginali, altrimenti destinati all’abbandono e al conseguente degrado idrogeologico. Le piante coltivate sono contrassegnate da un tagliandino di riconoscimento, che indica la denominazione del vivaio, il luogo di origine, la specie di appartenenza e l’età. Per quanto riguarda i cimali, ovvero gli abeti senza radici sostenuti dalla classica croce di legno, è necessario verificare che siano il frutto di diradamenti forestali autorizzati, effettuati al solo scopo di salvaguardare la sopravvivenza dei boschi.



Al momento dell’acquisto sarebbe ecologicamente più corretto scegliere un albero di una specie reinseribile nell’ambiente. L’abete rosso, che è il più utilizzato a Natale, è adatto soltanto alle zone montane ed è per questo che altrove il suo utilizzo andrebbe evitato. Inoltre piantarlo al di fuori delle zone in cui cresce spontaneamente, cioè sull’arco alpino e in alcuni tratti dell’Appennino, significherebbe creare problemi di inquinamento genetico. In alternativa al tradizionale abete sono consigliabili specie sempreverdi più tipiche del Mediterraneo. È il caso di aghifoglie quali il cipresso o il ginepro e di latifoglie come l’alloro, il corbezzolo, il bosso o gli agrumi, che meglio tollerano i nostri climi, si adattano con facilità alla piantagione finale e tollerano potature tali da farli assomigliare ai più classici abeti.

Gli alberi utilizzati nelle case durante le feste subiscono molti stress: gli addobbi natalizi che li appesantiscono, i terricci inadatti, le temperature elevate, l’aria troppo secca dovuta ai riscaldamenti domestici. È consigliabile, quindi, evitare addobbi pesanti per non spezzare i rami e sostanze decorative che intacchino la superficie delle foglie, come la neve artificiale o gli spray coloranti. Inoltre, durante il periodo di permanenza in casa, le radici della pianta vanno invasate con terreno prevalentemente argilloso e mantenute costantemente umide, evitando però i ristagni, mentre gli alberi senza radici vanno riposti in recipienti pieni di acqua tiepida per farli durare più a lungo. È necessario, infine, sistemare le piante in un luogo luminoso, fresco, lontano da qualsiasi fonte di calore come termosifoni, stufe o caminetti e al riparo da correnti d’aria.

Terminato il periodo natalizio, gli abeti con le radici ancora vivi possono essere piantumati all’esterno, tenendo presente che si tratta di piante che raggiungono anche i 20 metri di altezza e che per sopravvivere necessitano di condizioni climatiche adatte, in genere molto fresche. Se non si ha un giardino a disposizione, si può provare a cercare scuole, parchi o associazioni disposte a ritirare e ripiantare l’albero. Attenzione, però, a evitare il passaggio diretto dal clima interno di un’abitazione a quello più rigido di un’area all’aperto, che potrebbe danneggiare la pianta. Conviene tenere per qualche giorno l’albero in una zona intermedia, come una veranda o un garage illuminato.

Nel caso in cui non si abbia la possibilità di mettere a dimora l’albero, si consiglia di piantarlo in vaso, porlo in un luogo fresco all’esterno e riutilizzarlo con cura per più anni. Facendo dei rinvasi in primavera – ogni anno in un vaso un po’ più grande – gli alberi con radici riescono a sopravvivere a lungo. Non smetteranno di crescere, ma lo faranno lentamente. Perfino per chi abita in appartamento, se si ha a disposizione un terrazzo, è possibile lasciarli all’aperto e riportarli in casa solo per il periodo natalizio.

Come ultima alternativa, l’albero di Natale, vivo o morto, può essere consegnato nei centri di raccolta indicati dai vivaisti o dai Comuni, che provvederanno al recupero della pianta. Dagli alberi ormai inutilizzabili viene ricavato il legno, mentre le piante in migliori condizioni vegetative vengono trasportate e trapiantate in luoghi idonei al loro attecchimento. In questo caso è fondamentale controllare la specie di appartenenza dell’albero, affinché non ci sia mescolanza genetica tra le specie autoctone e quelle provenienti dall’estero, considerato che ogni anno, per ragioni economiche, l’Italia importa una notevole quantità di abeti dal nord e dall’est dell’Europa.

Fonti consultate: Agricultura, Il Post.

Foto: AnnieSpratt da Pixabay.

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