“Storie di Natale” è il regalo perfetto da far trovare sotto l’albero a chi nutre la passione per la lettura, ma non si accontenta di storie convenzionali e poco originali. Si tratta di un’antologia pubblicata da Sellerio in occasione del Natale 2016, che mette insieme i racconti a tema di sette scrittori fra i più amati della casa editrice siciliana: Andrea Camilleri, Alicia Giménez-Bartlett, Francesco Recami, Francesco M. Cataluccio, Giosuè Calaciura, Fabio Stassi, Antonio Manzini. L’operazione editoriale natalizia segue le orme delle raccolte “Un Natale in giallo” (2011) e “Regalo di Natale” (2013), ma si distacca per una volta dal genere giallo.
La storia della letteratura è piena di racconti di Natale. Tanti sono stati gli autori che hanno narrato a proprio modo questa festa cristiana e pagana insieme: da Charles Dickens, scrittore natalizio per eccellenza, a Truman Capote, Mark Twain, Francis Scott Fitzgerald, O. Henry, Dylan Thomas, Agatha Christie, Lev Tolstoj, Hans Christian Andersen, Anton Cechov, Guy de Maupassant, Fedor Dostoevskij, Nikolaj Gogol’, agli italiani Carlo Collodi, Edmondo De Amicis, Grazia Deledda, Salvatore Di Giacomo, Antonio Fogazzaro, Giovanni Pascoli, Luigi Pirandello, Dino Buzzati, Italo Calvino, e perfino scrittori di fantascienza come Ray Bradbury.
Durante l’Ottocento la strenna di fine anno portava nelle case della borghesia italiana i racconti di Natale, scritti d’occasione commissionati a grandi autori. Si trattava di letteratura di consumo, figlia dei vecchi lunari e dei vecchi almanacchi popolari, che diffondevano nelle case contadine un po’ di sapere popolaresco e un po’ di edificazione. Ma era confezionata con cura ed eleganza, a esibire insieme il distacco da un passato povero e l’avvento della cultura nelle giornate delle classi nuove. La “letteratura natalizia” era lo specchio fedele della giovanissima borghesia cittadina, di cui rifletteva il mondo, le preferenze, i gusti, le tendenze.
Pur nell’ambito della creazione occasionale, emergeva il tratto originale dell’autore, il tocco del genio, e, sullo sfondo edificante e consolatorio adatto alla circostanza festiva, non mancava il rilievo del dramma, della critica, del negativo. A secondo del momento e della tendenza, il racconto di Natale poteva prendere il verso dell’horror e del noir, dell’iconoclastia comico-satirica e della bohème, della critica sociale e del moralismo progressista, oppure, semplicemente, restare nel solco della poetica del focolare e della sua un po’ malinconica sicurezza. Tutto finì, improvvisamente com’era nato, all’entrata del Novecento. Il nuovo secolo e la sua società di massa conoscevano altri lussi e altri consumi.
“Storie di Natale” forma un campionario molto vario delle versioni possibili del classico racconto: un Natale che persiste perché non può che resistere nel desiderio di ognuno, ma si sfilaccia, si deforma, si modella sulle vite d’oggi. Misurandosi con il tema del Natale, gli autori Sellerio coinvolti danno alla luce storie fuori dall’ordinario, non necessariamente di buoni sentimenti, che riserveranno al lettore non poche sorprese. Favole natalizie, storie malinconiche e di solitudine, ma anche di amicizia e di allegria, di regali mancati e di interni familiari, tutte illuminate da scritture che al di là dell’occasione confermano la grandezza di sette narratori di oggi.
Una grande conchiglia sonante è il simbolo del Natale di Tridicino, pescatore di Vigàta, nella storia di Andrea Camilleri, decisamente mitico-mediterranea, in contrasto con lo spirito fiabesco e invernale. Anche i racconti che seguono parlano di Natali straordinari e fuori dai migliori (o dai peggiori e più comuni) sentimenti. Quello di Giosuè Calaciura è un racconto morale sulla diversità e sulla sua conciliante poesia. Antonio Manzini intreccia una Vigilia beffarda ai danni di un poveraccio vittima dell’ingiustizia di classe e dell’amore. L’eroe natalizio di Fabio Stassi è un detenuto in trasferimento verso un’isola. In un laboratorio misterioso nel mare greco si svolge l’avventura onirico-virtuale inventata da Francesco M. Cataluccio. Il pranzo di Natale nell’autogrill isolato nella neve è comico, assurdo e cinicamente ironico, specchio autentico dell’umanità come è per Francesco Recami. Alicia Giménez-Bartlett rappresenta un Natale borderline, claustrofobico, come può essere quello con la sola compagnia casuale di una fanatica religiosa.
Foto: congerdesign da Pixabay.
Copertina del libro: © Sellerio Editore S.r.l.
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