I successi italiani diventati canzoni di Natale islandesi

Björgvin Halldórsson

Molte delle canzoni di Natale più conosciute e amate in Islanda sono cover di pezzi italiani di musica leggera risalenti agli anni ’80 e ’90

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In Islanda non tutta la musica di Natale suona come nel resto del mondo. Ci sono classici delle feste che fuori dai confini dell’isola nessuno abbinerebbe mai al periodo natalizio. E non si tratta di antichi canti della tradizione popolare autoctona sconosciuti altrove. Nella maggior parte dei casi la loro provenienza può essere rintracciata in Italia. Questo perché, incredibile a dirsi, molte delle canzoni di Natale più conosciute e amate in Islanda sono cover di pezzi italiani di musica leggera risalenti agli anni ’80 e ’90. Brani diventati famosi non nella loro forma originale, ma cantati nella lingua locale e in versione natalizia. Cerchiamo di capire come mai.

La conoscenza della musica pop italiana da parte del popolo islandese si deve sostanzialmente al Festival di Sanremo, che a partire dal 1955 viene trasmesso in diretta in Eurovisione nelle televisioni pubbliche dei diversi Stati europei. L’Islanda fa parte del circuito dell’Eurovisione dal 1956, perciò l’ipotesi più plausibile è che la passione per le canzonette nostrane sia nata proprio dalla visione della rassegna canora attraverso la tv pubblica RÚV. È probabilmente in questo modo che gli islandesi hanno potuto conoscere Gigliola Cinquetti e i Ricchi e Poveri, Al Bano e Romina e Toto Cutugno. Senza dimenticare il contributo dell’Eurofestival (oggi Eurovision Song Contest), storica manifestazione musicale che mette in gara artisti provenienti da ogni nazione d’Europa, amatissima in Islanda come in tutti i Paesi del Nord, da cui sono passati i migliori interpreti della canzone italiana.

A un certo punto, però, qualcuno ha ritenuto che le canzoni composte in Italia avessero un non so che di natalizio e le ha trasformate in brani delle feste, divenuti con il tempo talmente tradizionali da essere considerati una componente essenziale delle celebrazioni del Natale in Islanda. Questo qualcuno è Björgvin Halldórsson. Già famoso in patria prima come cantante e poi come attore, nel 1987 pubblica un album di sole canzoni natalizie dal titolo “Jólagestir”, ovvero “Ospiti di Natale”. È all’interno di questo disco che compaiono per la prima volta degli adattamenti natalizi di canzoni italiane, in origine prive di qualsiasi legame con il Natale. A cantarli troviamo sia lo stesso Halldórsson che alcuni ospiti, come il nome dell’album suggerisce.

Jólagestir

Copertina dell’album “Jólagestir” (1987)

Sono quattro le cover contenute in “Jólagestir”: “Fyrir jól” (Per Natale), cantata da Björgvin Halldórsson con sua figlia Svala, riedizione di “Voulez vous danser” dei Ricchi e Poveri del 1983; “Svona eru jólin” (Questo è Natale), cantata da Björgvin Halldórsson e Eyjólfur Kristjánsson, adattamento di “Quanto ti amo” dei Collage, in gara nelle nuove proposte a Sanremo 1984; “Þú og ég” (Io e te) di Halla Margrét e Eiríkur Hauksson, versione islandese di “Ci sarà” di Al Bano e Romina, brano vincitore di quello stesso festival; “Allt í einu” (All’improvviso) di Pálmi Gunnarsson, rivisitazione di “Serenata” di Toto Cutugno, classificatasi seconda.

Inizia così l’invasione italica del Natale islandese. Negli anni successivi Halldórsson pubblica altri due album natalizi, sulla scia del successo ottenuto: “Jólagestir 2” nel 1989 e “Jólagestir 3” nel 1995. Il primo contiene ben otto cover di canzoni italiane, quasi tutte presentate a Sanremo nelle due edizioni precedenti all’uscita del disco: “Dopo la tempesta” di Marcella Bella (1988), “Emozioni” di Toto Cutugno (1988), “Era bella davvero” di Drupi (1988), “Io (per le strade di quartiere)” di Franco Califano (1988), “Nascerà Gesù” (1988) e “Chi voglio sei tu” (1989) dei Ricchi e Poveri, “Le mamme” di Toto Cutugno (1989); unica eccezione “Un amore così grande”, cantata fuori gara da Claudio Villa a Sanremo 1984.

Jólagestir 2

Copertina dell’album “Jólagestir 2” (1989)

Quelle che ottengono più successo sono la cover di “Chi voglio sei tu”, diventata “Þú komst með jólin til mín” (Mi hai portato il Natale), cantata da Björgvin Halldórsson e Ruth Reginalds e la cover di “Dopo la tempesta”, trasformata in “Ég hlakka svo til” (Non vedo l’ora) da Svala (la succitata figlia di Björgvin), che canta della struggente attesa del 25 dicembre, allungando anche lei le mani sul bottino del Natale musicale islandese. “Nascerà Gesù”, che, a dispetto del titolo, nella sua versione originale non parla di Natale, in Islanda evolve in “Manstu það?” (Ti ricordi?), con le voci di Ari Jónsson e Ruth Reginalds.

In “Jólagestir 3” troviamo altre sei cover di successi italiani: “La luna che non c’è” di Andrea Bocelli (1994), “Vivo per lei” di Andrea Bocelli e Giorgia (1995), “Gente come noi” di Ivana Spagna (Sanremo 1995), “Cinque giorni” di Michele Zarrillo (Sanremo 1995); ci sono poi la versione islandese della canzone tradizionale napoletana “I’ te vurria vasà” (scritta nel 1900), tradotta in “Mín bernskunnar jól” (Il Natale della mia infanzia) da Sigga Beinteins, e la rivisitazione della struggente “Così celeste” di Zucchero. A cantare quest’ultima c’è un altro monumento del pop islandese: Helgi Björnsson. La sua “Ef ég nenni” (Se mi preoccupo) è stata addirittura eletta “canzone islandese di Natale più bella di tutti i tempi”.

Jólagestir 3

Copertina dell’album “Jólagestir 3” (1995)

In anni più recenti sono state “coverizzate” la canzone “Gente di mare” di Umberto Tozzi e Raf, terza classificata all’Eurofestival 1987, che nel 2002 Gunnar Ólason ha riadattato in “Komdu um jólin” (Vieni, Natale), e “Soli” (1979) di Adriano Celentato, finito anche lui nel calderone natalizio grazie a “Jólin (þau eru á hverju ári)” (Natale è ogni anno), eseguita nel 2014 da Stefán Hilmarsson e Jón Jónsson.

Tuttavia rimane Björgvin Halldórsson il precursore e punto riferimento di tutta questa storia. Dopo “Jólagestir 3” ha continuato a pubblicare altre raccolte natalizie, contenenti come le precedenti in gran parte cover di successi internazionali. E ogni anno parte per un tour natalizio, che ancora richiama moltissima gente. Sul palco il cantante è accompagnato da una serie di bambini selezionati attraverso un contest canoro chiamato “Jólastjarnan” (La stella di Natale). Al contest, che prende il via a ottobre, partecipano cantanti under 14 che si sfidano a colpi di classici natalizi, tra cui non possono mancare le canzoni italiane. Piccoli interpreti di melodie festive che forse crescendo raggiungeranno anche loro il successo, magari attingendo ai brani italiani più ascoltati ai nostri giorni. Speriamo soltanto di non doverci mai imbattere in una canzone di Natale islandese dal ritmo reggaeton.

Fonti consultate: Noisey@ledepCorriere della Sera, Un italiano in IslandaOrrore a 33 giri, DV.

Foto: © Sena.

© Riproduzione riservata

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